RITRATTI DI JAZZ
Un particolare di copertina di "Ritratti in Jazz" di Murakami Haruki, Einaudi 2013. Credits: Einaudi
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No, non è un post in cui denuncio
il fatto che in Italia non cambia mai niente o che nel mondo del jazz
non cambia mai niente. In verità, almeno in quest'ultimo periodo, qualcosa sta cambiando, mi pare, e magari non sono realtà isolate... Nei prossimi
post potrei anche approfondire questo argomento.
Ho titolato così il post semplicemente
perché è cambiato il nome di questo blog: da “Dicono che il jazz
è morto” a “Ritratti di jazz”.
Essendo, l'argomento principe,
incentrato sul jazz contemporaneo e sulle avanguardie jazzistiche in
Italia, volevo in un certo senso “dimostrare” che il jazz fosse
tutt'altro che morto, ma vivo e vegeto, data la grande quantità di
buone produzioni e ottimi progetti che ogni anno vengono realizzati.
Col tempo, mi sono resa conto però,
che quello che facevo nei miei post erano dei veri e propri
approfondimenti con presentazioni, interviste, recensioni, cose
lunghe insomma, come a voler tratteggiare, appunto, dei ritratti.
Tutto il contrario di come, pare, si dovrebbe scrivere sul web.
Ma chissenefrega – mi sono detta – di seguire fantomatiche regole
di scrittura sul web, quelli veramente interessati leggeranno. Gli
altri si fermeranno alle prime dieci righe. Amen.
Ho deciso pertanto continuare a seguire
la stessa impostazione anche perché, essendo una tipa piuttosto
riflessiva e curiosa, a tratti maledettamente pigra e indolente (non
ce la faccio proprio a stare sulla notizia. Ma ci proverò, giuro!)
non poteva essere altrimenti, però ho cambiato il nome.
Ecco perché “Ritratti di jazz”,
come il libro di Murakami Haruki... quello, per essere precisi, è “Ritratti
in jazz” ma, come direbbero a Roma, me piace e ce lo metto! E poi, dopo un lungo periodo di assenza ci voleva un cambiamento.
Buona lettura.
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