Ieri pomeriggio mi sono collegata via
fb con il sassofonista e compositore veneto NICOLA FAZZINI, reduce
dall'appena concluso festival JAM Jazz a Mira da lui diretto, e dalla
recentissima realizzazione di un nuovo lavoro discografico con l'XY Quartet per nusica.org.
Ph. Fabio Bertolini |
Nicola Fazzini, classe 1970, è direttore della Scuola Thelonious Monk di Mira (VE) nonché docente presso la stessa, dove segue la classe di sax e il progetto big band. Dal 2011 è direttore artistico della rassegna “JAM Jazz A Mira”. Ha avviato negli anni molti progetti musicali originali, suonando tra l’Europa, gli USA e l’Asia. Tra i più recenti e longevi vi sono il Nicola Fazzini Quartet con Riccardo Chiarion, Stefano Senni e Luca Colussi; il Try Trio con Gabriele Evangelista e Francesco Cusa; XYQuartet di cui è co-leader con il bassista Alessandro Fedrigo.
La chiacchierata si è svolta in una
chat aperta a chi volesse intervenire con domande e commenti. Bastava
farne richiesta tramite messaggio privato e gli avremmo aperto la
conversazione.
Un ringraziamento particolare, oltre
naturalmente a Fazzini, va alle persone intervenute:
Donatella Bro, un'appassionata;
Giuseppe Avanzino, ligure,
cantante dei Mandillà, gruppo che traduce ed esegue pezzi di De
Andrè in genovese (solo come lettore)
Ludovico Di Marino, da Napoli
(mi pare), anche lui collegatosi solo per seguire in diretta la
conversazione.
ARGOMENTO DELLA CHIACCHIERATA: il
nuovo progetto fondato e diretto da Nicola, il CREI.
CREI (Composizione, Ricerca e
Improvvisazione) è un ensemble a geometria variabile formato da
alcuni tra i migliori e interessanti esecutori e compositori del
nord-est d'Italia. L'aspetto compositivo riveste importanza capitale
in questo progetto; musica originale, innovativa, senza vincoli di
genere o stile.
Il gruppo, fondato e diretto dal sassofonista
Nicola Fazzini, realizzato in collaborazione con MusiCafoscari e
Nusica.org, vede una nutrita front-line di strumenti a fiato e una
vigorosa sezione ritmica. Un suono che evoca il jazz ma che ha
l'ambizione di rappresentare e interpretare il luogo, il tempo e la
realtà in cui viviamo e che si propone di divenire un laboratorio
open content di nuove idee musicali.
Ensemble che ha nel proprio
dna la vocazione allo sviluppo in network di progetti anche
multidisciplinari, CREI mette in contatto musicisti professionisti e
gli studenti più talentuosi, in un’ottica di strategia culturale
sul territorio che parta dalle possibilità più ampie di
condivisione (aspetto a volte sottovalutato anche da artisti di
grande livello) che si muove sulle piattaforme più frequentate dal
nuovo pubblico, quelle del web, dei social network e interagendo con
i luoghi dell’eccellenza formativa.
Nicola Fazzini
(sax alto e soprano, direzione)
Ettore Martin (sax tenore)
Gianluca Carollo, Daniele Goldoni (tromba)
Federico Pierantoni (trombone)
Alberto Prandina (corno e mellofono)
Glauco Benedetti (tuba)
Saverio Tasca (vibrafono)
Alessandro Fedrigo (basso elettrico)
Luca Colussi (batteria)
Ettore Martin (sax tenore)
Gianluca Carollo, Daniele Goldoni (tromba)
Federico Pierantoni (trombone)
Alberto Prandina (corno e mellofono)
Glauco Benedetti (tuba)
Saverio Tasca (vibrafono)
Alessandro Fedrigo (basso elettrico)
Luca Colussi (batteria)
Da una sua intervista del dicembre 2013 curata da Andrew Rigmore e Antonio Terzo per Jazz Colours, ho appreso che era proprio in quel periodo che Nicola stava formando il CREI, un progetto ambizioso che ha richiesto molta energia creativa e organizzativa, essendo la prima volta che componeva per un ensemble così largo. Già in quei mesi, dunque, studiava, leggeva e scriveva molto per questa iniziativa che solo oggi vede la luce.
Il CREI, debutterà infatti live nell'ambito e a chiusura del MusiCaFoscari Jazz Fest a Venezia, festival che si svolgerà tra il 27 e il 30 marzo in città.
Qui l'intero programma: http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=162189
In questo post, il resoconto della chiacchierata.
PARTE PRIMA: IL PROGETTO CREI
Manuela: ciao Nicola, benvenuto!
Innanzitutto ti ringrazio per esserti prestato a questa sorta di
“esperimento” virtuale.
Nicola: figurati grazie a voi,
mi piace questa iniziativa: apprezzo l'uso del web e dei social anche
io, moltissimo!
Manuela: dunque, siamo qui
per parlare di un nuovo progetto da te fondato e diretto: il CREI,
acronimo di Composizione, Ricerca E Improvvisazione. Un ensemble,
leggo nella presentazione, “a geometria variabile”. Cosa
significa esattamente, si tratta una formazione aperta?
Nicola: l'idea è più ampia:
arrivare a costituire un'associazione di nome CREI di cui questo
ensemble è il primo progetto. Credo sia importante, in questo
periodo non facile, riuscire a proporre progetti culturali e
artistici che abbiano anche una forza aggregativa.
Manuela: sono d'accordo, e poi
ne parleremo... Composizione è il primo termine, date infatti
molta importanza all'aspetto compositivo, come viene sviluppato e
come si coniuga con quello improvvisativo?
Nicola: la riflessione che
accomuna me e alcuni dei compagni di viaggio/compositori di questo
progetto è porre al centro del lavoro musicale la forza delle idee.
Idee musicali che prescindano da vincoli di genere e stile e da
schemi precostituiti e linguaggi in qualche modo idiomatici. Negli
ultimi anni, l'improvvisazione, anche quella jazzistica più ardita,
si è in qualche modo avvitata in schemi prevedibili e ha perso la
propria forza innovativa. La ricerca intesa come composizione obbliga
invece l'improvvisatore a fermarsi e porsi delle domande
innanzitutto: Perché uso questo linguaggio e non un altro, perché
lavoro con questo materiale musicale e cosa rappresenta la mia musica
per me e per gli altri?
Manuela: sicuramente molto
interessante come impostazione! E visto che mi hai accennato alle
idee mi chiedevo: ¾ di XY Quartet sono nel CREI (te, Alessandro
Fedrigo e Luca Colussi): anche le idee musicali del quartetto
“trasmigrano”
o influenzano quest'altro progetto?
Nel frattempo vedo che si è collegato
Giuseppe Avanzino, confermi Giuseppe?
Giuseppe Avanzino: ciao, vi sto
seguendo, ma essendo ad una riunione non riesco ad intervenire.
Comunque sto leggendo tutto. Molto interessante.
Nicola: Salve Giuseppe, grazie e
benvenuto! Per rispondere alla tua domanda, Manuela, si molte delle
riflessioni di cui sopra sono nate in seno a XY e in particolare con
Alessandro Fedrigo, con il quale collaboro da molti anni.
Manuela: sempre nella
presentazione si legge, a proposito della vostra musica “ Un suono
che evoca il jazz ma che ha l'ambizione di rappresentare e
interpretare il luogo, il tempo e la realtà in cui viviamo”. Come
si traduce questo intento musicalmente?
Nicola: forse questo è
l'aspetto più impegnativo e difficile del progetto. Io amo il jazz,
ho conosciuto e collaborato con tantissimi musicisti che dedicano la
vita al jazz e che vivono questa parola con sincero amore, rispetto e
passione. Ho però la sensazione che, se vogliamo vivere
compiutamente nella realtà che ci circonda e nel tempo di oggi,
anche se il jazz è divenuto ormai di fatto un linguaggio universale,
abbiamo bisogno anche di altre strade e linguaggi. Credo che ci sia
moltissima musica interessante non necessariamente jazz. Penso,
esempio, alla musica cosiddetta colta, classica e nell'usare questi
termini già sento la limitazione che è insita nel categorizzare in
questo modo la musica. Intendo autori contemporanei, oppure di musica
elettronica o, perché no, anche nel cosiddetto pop.
Manuela: quindi in un certo
senso le categorizzazioni è come se imbrigliassero la musica,
passami i termini, rendendola incapace di interpretare i tempi? E
parlando dei generi di cui hai accennato, pensi che questi debbano in
qualche modo fondersi per rappresentare l'oggi, la contemporaneità?
Nicola: beh oggi, che ci piaccia
o no, abbiamo le playlist, non i dischi, abbiamo radio online dove
troviamo di tutto e gli stessi musicisti hanno percorsi tra i più
vari, empre più spesso intrecciati. La mia è una constatazione o se
vuoi una previsione, non necessariamente un auspicio.
PARTE SECONDA: IL PUBBLICO AI
CONCERTI, RIFLESSIONI E OSSERVAZIONI
Ph Fabio Bertolini |
Manuela: nel frattempo do il
benvenuto anche a Ludovico Di Marino, ciao Ludovico, intervieni se
vuoi!
Ludovico: buon pomeriggio. No
posso commentare per altri impegni, ma vi sto seguendo!
Nicola: Ciao Ludovico,
benvenuto! Tra l'altro, dicevo, facciamo tutti un gran parlare, non
solo in Italia, del fatto che il pubblico latita e in particolare nel
jazz vediamo pochi ragazzi ai concerti, e mi chiedo se questo non sia
legato a questo modo che abbiamo di etichettare e categorizzare che, di fatto, fa da deterrente più che da aggregante.
Donatella Bro: in ritardo...buon
pomeriggio!
Nicola: buon pomeriggio!
Manuela: Benvenuta Donatella,
quando vuoi intervieni pure. Riguardo al pubblico ai concerti,
Nicola, credo che aleggi, tra i giovani soprattutto, una sorta di
pregiudizio, per cui si tende ad etichettare questa musica come
troppo difficile, impegnativa e in finale noiosa...Per cui il lavoro
che si fa nelle scuole, di musica intendo, credo sia fondamentale per
un'educazione più consapevole. Ad esempio per il CREI, c'è anche
il coinvolgimento dell'Università Ca Foscari, di studenti
talentuosi: qual'è la vostra strategia sul territorio?
Nicola: si, innanzitutto
paghiamo anche per colpe non nostre. I percorsi scolastici purtroppo
hanno penalizzato la musica, anche se ultimamente qualche segno di
risveglio c'è, e la cultura della musica dal vivo in Italia è
legata ai teatri e non ai club o altri luoghi e qui le responsabilità
della burocrazia (siae ad esempio) sono enormi. Io ho l'onore da
quasi dieci anni di dirigere un piccolo ma importante centro
formativo musicale www.theloniousmonk.it e da qualche tempo abbiamo
cominciato una collaborazione con MusiCafoscari che sta sviluppando
un'interessante attività musicale. Le difficoltà sono molte e
coinvolgere attivamente le persone, i ragazzi e non, non è facile...
Donatella: io non parlo da
esperta, anche se il jazz mi piace molto. Penso che l'approccio dei
ragazzi a scuola con il jazz sia anche un avvicinarsi alla musica in
generale, perché il jazz è anche improvvisazione, quindi non è
necessario imparare a memoria delle partiture...
Nicola: ciao Donatella, si
l'improvvisazione è un'ottima scuola di vita!
Manuela: si, d'accordo con te
Donatella! Nicola, quali difficoltà incontrate con i giovani o
con il pubblico in generale?
Nicola: noto un fenomeno che mi
lascia perplesso e che in qualche modo fatico a spiegarmi: chi studia
musica comincia un po' a suonare in giro tende a non partecipare ai
concerti come pubblico. Sembra esserci quasi una divisione tra chi la
musica la fa e chi l'ascolta.
Manuela: caro Nicola devo dirti
che la stessa brutta tendenza l'ho notata anch'io e come te proprio
non me la spiego.
Nicola: si e questo ha come
primo effetto la mancanza di un senso di comunità e condivisione.
Manuela: è proprio quello che
penso anch'io, ma nella musica, come nell'arte in generale la
condivisione è, o almeno dovrebbe essere, TUTTO!
Nicola: non so, credo che le
motivazioni possano essere molteplici.
Manuela: tu che idea ti sei
fatto?
Nicola: sicuramente i ritmi di
vita e di lavoro sono cambiati. Siamo tutti molto impegnati e nelle
nostre priorità il momento sociale di condivisione può sembrare
superfluo. Io per primo in questi ultimi anni ascolto molti meno
concerti di quelli che vorrei. Va detto che però in questo senso ho
dato molto in passato. Facevo senza pensarci su un sacco di km per
andare a sentire questo o quell'artista.
Manuela: si, forse in parte è
questo, i ritmi di vita frenetici e sempre più stressanti...
Donatella: si confermo, a volte
i concerti sono lontani e soprattutto, durante la settimana, è
difficile muoversi e in più costa spostarsi.
Nicola: è vero Donatella, però
ho visto persone mangiarsi molti soldi in una cena e poi mugugnare
per un biglietto di 5€ per un concerto. D'altra parte, vedo che molti musicisti assenti tra il pubblico, ma se loro per primi non
sostengono le iniziative rischiamo di non farle più.
Donatella: per quanto mi
riguarda, il problema non è tanto il prezzo del biglietto quanto il
costo dello spostamento. Sono stata spesso a Umbria Jazz, ma andare
costa un tot: viaggio, pernottamento, mangiare.
Manuela: Donatella, quello che
tu dici è incontrovertibile, ma in Italia oltre a Umbria jazz ci
sono miriadi di realtà minori che vengono letteralmente snobbate,
anche sul territorio in cui nascono e si sviluppano, è questo che mi
lascia molto perplessa.
Donatella: vero, ma non
conoscendo le iniziative, non vai... io parlo per me che comunque non
faccio parte del mondo della musica. Esco raramente ma quando esco mi
piacerebbe ascoltare della buona musica bevendo qualcosa.
Nicola: Donatella uno dei
problemi che ci troviamo noi ad affrontare nel fare musica anche solo
in un locale è il peso burocratico ed economico legato alla siae.
Sicuramente ci sarebbe musica anche sotto casa tua se fosse più
semplice e meno costoso organizzarla.
Manuela: questo è un tema
veramente ampio credo richiederebbe giornate intere e si rischierebbe
di non uscirne! Dico forse un'eresia ma se si potesse combinare l'uso
di licenze creative commons e il pagamento dei musicisti tramite
voucher forse qualcosa si inizierebbe a risparmiare, forse, sia a
livello di siae che di enpals, che, tra l'altro, nemmeno esiste piu!
Nicola: temo che quando saremo
al lumicino e vedranno le loro entrate da concerti affievolirsi, ecco
allora forse rivedranno la loro politica. Ma con la direzione attuale
non mi sembra ci siano segnali di ravvedimento, tutt'altro. Ci
vorrebbe un moto di ribellione dal basso o, dall'alto, un
cambiamento sulle politiche dei servizi a livello di UE. Il diritto
che un autore percepisca un compenso per il proprio lavoro è
sacrosanto, in Italia è andato però a intaccare il diritto alla
libera espressione della circolazione delle idee.
PARTE TERZA: PROGETTI PER IL CREI E
SALUTI
Manuela: io credo che tu stia
facendo un lavoro molto coraggioso sia con la scuola che con il CREI
(che vede coinvolti anche giovani) e a questo proposito volevo
chiederti: l'ensemble è composto da un bel numero di musicisti di
ogni età ed esperienza, cosa comporta questa circostanza, ci sono
divergenze di vedute?
Nicola: questa prima fase è
embrionale e se vuoi anche di testimonianza per intanto. I
compositori coinvolti, me, Fedrigo, Martin e Pierantoni abbiamo stili
diversi, ma proprio questo è il bello in questa fase. Di trovarci,
cominciare a parlare e a confrontarci.
Manuela: infatti, faccio
ancora riferimento alla vostra presentazione, vi proponete di
divenire un laboratorio open content di nuove idee musicali: quella
degli imminenti concerti è quindi una prima tappa. Ci sono già
nuovi sviluppi?
Nicola: ci sono ipotesi, stiamo
lavorando su due o tre possibili sviluppi. Uno il coinvolgimento
attivo degli studenti, l'altro prevede di invitare artisti innovativi
come ospiti con la loro musica, ma ne parleremo da aprile ora il
lavoro per questi due primi appuntamenti è così fitto.
Manuela: ottimo Nicola,
immagino! Anche per “ambiti di provenienza”, chiamiamoli così,
il gruppo è abbastanza variegato: c'è chi proviene dall'ambiente
jazzistico, chi dalla musica classica o lirica se non anche da
esperienze multidisciplinari con il teatro e la poesia: sfrutterete
tutte queste risorse?
Nicola: bhe, l'idea è proprio
quella di non porci limiti in questa fase.
Manuela: non ci resta che
seguire gli sviluppi! A tal proposito noto che siete molto attivi
sul web, quanto aiuta la condivisione, il fare network, i social sia
a livello creativo che promozionale?
Nicola: molto direi. Il nostro è
un network non solo virtuale ma anche reale, in particolare con
Alessandro Fedrigo sono molti i progetti che condividiamo. C'è
l'etichetta nusica.org, la rassegna Sile Jazz, con Daniele Goldoni
c'è l'università e il Ca Foscari jazz fest, ma ci sono molte
collaborazioni anche non formalizzate come con il Centro D'Arte di
Padova o Ubi Jazz o singole persone e intellettuali come Enrico
Bettinello con i quali è stimolante e importante confrontarsi.
Manuela: e questo è veramente
in controtendenza con il discorso di prima quindi ammirevole e spero
faccia da esempio! Visto che accennavi a nusica.org ne approfitto
per farti un'ultima domanda: c'è già un progetto discografico per
il CREI o siamo ancora lontani?
Nicola: Chi lo sa.. Speriamo..
Al limite chiederemo l'indipendenza del jazz veneto.. Ah ah.. Visto
che va di moda...
Manuela: ahahaha vero, ci hanno
fatto anche un referendum!
Nicola: sicuramente ci sarà una
documentazione di questo primo lavoro e verrà messa online. Torno al
discorso iniziale: ha senso oggi fare fisicamente un disco per far
conoscere il proprio lavoro? Il disco sembra uno strumento
pubblicitario o un biglietto da visita per addetti ai lavori. Ci
saranno quindi audio e video e partiture e analisi tutto online
fruibile liberamente!
Manuela: infatti con nusica.org
date la possibilità di scaricare dal sito ogni cd...
Nicola: esattamente.
Manuela: bhe che dire, Nicola
grazie ancora veramente per la tua disponibilità!
Donatella: lo ringrazio anch'io
e ringrazio anche te!
Nicola: Vi ringrazio per
l'attenzione e complimenti ancora per questa intelligente iniziativa
della chat!
Donatella: si, veramente
complimenti, bellissimo modo di comunicare.
Manuela: troppo buoni! Saluto
anche i nostri lettori Giuseppe e Ludovico! Nicola in bocca al lupo
per l'imminente debutto del CREI!Ciao!
Nicola: A tutti buon pomeriggio!
LINK CORRELATI A QUESTO ARTICOLO
Nicola Fazzini web site: www.nicolafazzini.com
CREI on fb: https://www.facebook.com/crei.ensemble
NUSICA.ORG: www.nusica.org
Scuola di musica Thelonius Monk: www.theloniousmonk.it
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