martedì 9 ottobre 2012

SA DI GROOVE IL JAZZ DELL'HUMPTY DUO


Chi è Ornette Coleman? Uno che ha detto: «non c'è alcuna maniera “giusta” di suonare jazz». Probabilmente è a quest'idea di libertà espressiva che giovani musicisti come Mateo Mosolo e Luca Dal Sacco si ispirano nel loro insolito progetto: contrabbasso, chitarra acustica... e basta. Due casse di risonanza in cui dare vita e risalto a idee e soluzioni armoniche tutt'altro che comuni. Non ci sono ruoli, si procede per sottrazione e libera improvvisazione, si passa per situazioni scarne ed essenziali, a fil di corda; ci si addentra in atmosfere groovy, dense di ritmo (ma dove sono le percussioni???), si gustano dialoghi serrati e momenti più ariosi, spensierati.... Ci immaginiamo due amici che prima parlano animatamente di filosofia o politica e subito dopo si abbandonano ai ricordi o a chiacchiere leggere e divertenti...




E sono proprio due amici quelli che stiamo ascoltando, le loro idee tradotte in musica: Matteo, ventisette anni, si avvicina al jazz dopo aver iniziato a suonare il contrabbasso nel 2005. Prima semplicemente per provare qualcosa di diverso dalla musica classica che studiava già da due anni. Per scoprire, poi, che il jazz «è una musica molto più stimolante e divertente» (cit.), scoperta che lo ha invogliato a studiarlo seriamente e con passione.
Poi c'è Luca, 23 anni soltanto, suona jazz da quando ha iniziato a studiare la chitarra, a 17. Grazie al papà, noto chitarrista jazz della scena friulana, che gli passa i dischi di Mike Stern e di Pat Metheny e ottimi consigli, si appassiona subito a questa bellissima musica.
E poi, cosa succede?

sabato 8 settembre 2012

FILIPPO COSENTINO: FRA LA VIA EMILIA E IL JAZZ


Filippo Cosentino, classe 1983, piemontese d'origine, emiliano d'adozione: giovane chitarrista, compositore ed arrangiatore che colpisce, oltre che per la sua musica (è da qualche mese uscito il suo primo disco "Lanes"), anche per il suo modo di ragionare, di vedere la vita – come un gioco, molto serio, in cui si seguono delle linee guida, ma in cui non si sa mai esattamente cosa accadrà nel prossimo futuro, pronti quindi a vivere intensamente tutto ciò che la vita offre - e i rapporti con gli altri: "Ricordarsi sempre degli altri senza mai tradirne la fiducia e la stima, essere quindi persone oneste e sincere; piuttosto di fare un grande passo in carriera a danno di un altro, non lo faccio". Belle le sue parole a proposito della fruizione musicale oggi: "Bisognerebbe tornare a sentire la musica per quello che ci dà, al cuore dico e non alla testa. Applaudite ciò che veramente vi piace. Torniamo a pensare con la nostra testa".
Artista poliedrico, curioso, sempre pronto ad immagazzinare e rielaborare in musica ogni sensazione o stimolo che incontra: la musica che ha sperimentato, dal jazz con i suoi mostri sacri (Miles Davis, Gil Evans, Thelonius Monk...) al blues, al rock; la letteratura mediorientale di cui ama il messaggio unanime di pace e rispetto reciproco; i ricordi di avvenimenti che ti cambiano la vita, gli incontri umani e professionali, la maestosità della natura, i concetti espressi nei libri di filosofia, storia, politica, letteratura, musicologia...



Filippo sviluppa un amore particolare per la chitarra fin da piccino quando ascoltava suo padre che insieme agli amici si accompagnava cantando sulle canzoni di Beatles, Battisti e altri. Da lì è iniziato tutto: attratto irresistibilmente da questo strumento, a sette anni riceve la sua prima chitarra e iniziano per lui le prime lezioni che, nonostante la giovanissima età, vive come un puro piacere. Si sono susseguiti poi studi privati da diversi insegnanti, e negli anni successivi seminari, workshop e conservatorio.
Inizia nel frattempo a frequentare gli ambienti musicali, in seguito ad un trasloco a Bologna (dove ha iniziato la carriera di studi e concerti) e per propria attitudine, non si ferma mai ad un solo genere ma spazia, ad ampio raggio: "Anche da questo nasce Lanes - spiega - ho avuto la fortuna, in ogni ambiente, di suonare con grandissimi artisti".

venerdì 10 agosto 2012

ANDREA BONIOLI: SGUARDO IRONICO E PROVOCATORE SULLA MODERNITA'





ANDREA BONIOLI classe 1974, sguardo penetrante dietro agli occhiali da intellettuale, sembra saperla lunga: osservatore attento, ironicamente critico ha saputo infondere nella sua musica "docile" le proprie impressioni sull'era e la vita di oggi così pervasa dalla velocità, dal bombardamento continuo di immagini, suoni, informazioni, dall'usa e getta, dalla mancanza di tempo per riflettere, dalle parole in inglese, dagli acronimi (sms, tvb, cmq...); una società della quale, uno come lui che usa le maiuscole per sottolineare i concetti importanti, si sente parte ma anche nostalgicamente estraneo.
Si definisce riflessivo, calmo, curioso ma curiosamente ansioso, ama la letteratura, in particolare quella contemporanea, ma anche quella logorroica e parossistica.
Insieme a Raf Ferrari, Michele Villari e Andrea Colella ottimi musicisti oltre che amici nella vita di tutti i giorni ha creato il suo quartetto con cui sta girando l'Italia per la presentazione del loro primo album: "Ci prendiamo in giro di continuo - racconta - ognuno con le proprie prerogative. E' bello e penso che se non fosse stato così, se non avessi trovato in loro una grande disponibilità, logistica anche, non sarei riuscito a portare a termine il lavoro. Michele, Raf, e Andrea sono tre musicisti che avallano i progetti di musica originale, e sono a loro volta coinvolti in propri. Non credo nella fattibilità di un album con dei turnisti, è un’altra storia, non la mia, né la nostra".

venerdì 27 luglio 2012

RAF FERRARI QUARTET: MUSICA DA UN ALTRO PIANETA


SEMBRA DI UN ALTRO PIANETA LA MUSICA DI RAF FERRARI, MA LUI NON VIENE DA UN ALTRO PIANETA: LUCANO DI NASCITA E ROMANO D'ADOZIONE, INSIEME AL SUO QUARTETTO SARA' PROTAGONISTA DELLA PRIMA SERATA DI OLTRE IL BLU JAZZ FEST, MERCOLEDI' 22 AGOSTO ORE 21,30_PALAZZINA AZZURRA, SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP).
DI SEGUITO UN APPROFONDIMENTO PER CONOSCERLI MEGLIO.


Con eleganza e raffinatezza, attraverso soluzioni musicali di grande impatto emotivo, complesse ma orecchiabili Raf Ferrari, un jazzista che ragiona come un compositore classico, ci trasporta nel suo universo musicale lirico e ispirato, fatto di contrasti e dualismi resi attraverso un'originale fusione di melodia, ritmo e improvvisazione. “Venere e Marte” è un disco in cui sapientemente si fondono le influenze più varie: imperdibile.
















Raf Ferrari 4tet è il manifesto poetico del pianista lucano Raffaele Ferrari, rivelatosi al pubblico con il disco d’esordio “Pauper”, pubblicato nel 2009 sempre da Dodicilune. Quasi come fosse il secondo capitolo di una probabile trilogia, anche il nuovo “Venere e Marte” si presenta come un concept album dalla struttura a “scatola cinese”, fatto da piccole suite che citano mondi musicali apparentemente distanti, che vanno dal jazz alla musica classica e contemporanea. 

lunedì 9 luglio 2012

CAMERA CONCERTO, TEMPO DI BILANCI


Dedico questo post ad Alessandra S., che ai Camera Concerto non c'è mai stata perchè non ne sapeva nulla... ma sono sicura che d'ora in avanti ci sarà!



Et bien... cari amici, lettori, followers dovreste tirarci le orecchie visto che l'ultimo post risale a circa due mesi fa. Si parlava di Lorenzo Capello, do you remember?
Del resto questo blog non ha alcuna pretesa di periodicità, ma viene scritto per pura passione.
Questo è stato un periodo molto intenso che ci ha visti impegnati a creare e promuovere un nuovo progetto che avevamo in mente da tanto: Camera Concerto, un tour di secret concerts (prevalentemente jazz) organizzati sul territorio marchigiano (che è dove viviamo, come ormai saprete) con l'auspicio che questi eventi prendano piede e possano essere presentati anche per il resto dell'Italia. E siccome ho un po' il vizio di fare bilanci anche stavolta non resisto alla tentazione di tediarvi con uno di essi, non me ne vogliate, anzi... prima di passare al blog successivo provate a leggere qualche riga in più, magari questo bilancio non vi sembrerà poi così noioso, spero...
La ragione per cui lo faccio è che i Camera Concerto hanno in parte ospitato gli artisti presentati precedentemente in questo blog, quindi ecco un esempio in cui dalla teoria siam passati alla pratica!

lunedì 9 aprile 2012

AL “PARTENZISTA” TANTO DI... CAPELLO!

Il partenzista è un disco che ascoltato in cuffia in una stazione ferroviaria una domenica pomeriggio di novembre potrebbe salvarvi la giornata, provare per credere!
Tutti bravi e originali i protagonisti: insieme a Lorenzo alla batteria, Dino Cerruti al basso, Lorenzo Paesani alle tastiere, Antonio Gallucci al sax e Francesco di Giulio al trombone.












Chi è Lorenzo Capello? Si potrebbe rispondere in tanti modi: un batterista genovese? si.... un compositore? Anche, ma non solo: Lorenzo Capello è... un visionario cantastorie e... un ex partenzista.
Direte voi “prima spiegaci cos'è un partenzista per capire cos'è un ex-partenzista!”. Ebbene, il partenzista è il contrario dell'arrivista: l'arrivista vuole arrivare, a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo. Il partenzista no, lui con qualsiasi mezzo, a qualsiasi costo, desidera, solamente, partire. E qui vengono in mente tutti i poetici rimandi all'idea di viaggio, di partenza come condizioni dell'esistenza.

mercoledì 29 febbraio 2012

DANIELLE DI MAJO. GRINTA E RISERVATEZZA: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

«Timida e riservata... queste erano, di solito, le prime due parole scritte sulle mie pagelle delle elementari. Negli anni, però, ho cercato di cambiare questo mio aspetto, aprendomi di più con le persone ed esprimendo altri aspetti importanti di me stessa, quali la grinta, l'energia positiva e la comunicazione».



Danielle Di Majo è una ragazza atipica: i tratti del viso decisi e uno sguardo fiero, tagliente che sa essere anche dolce, celano la personalità complessa di una ragazza schiva, di poche parole, a volte timida, che riserva tutta la sua energia e creatività per il palco, assieme al suo sax.
Ed è proprio lì che la sua essenza viene fuori al meglio regalando a chi l'ascolta momenti di intensa espressività e di energici contrasti.
Ama la natura, il vino rosso e il buon cibo, ascoltare Something Else di Miles Davis o Giant Steps di John Coltrane, ma anche i Red Hot Chili Peppers o le musiche popolari orientali, essendo cresciuta in una famiglia di genitori vissuti in Libia e in Egitto con origini libanesi.
Lei si definisce un'inguaribile sognatrice col “difetto” della testardaggine. Difetto che, però, si è dimostrato un pregio nel momento in cui Danielle decise di diventare una musicista professionista, a venticinque anni: età in cui di solito ci si avvia già verso una carriera. Danielle, invece, avevo solo preso la decisione di studiare uno strumento mai visto prima quale il sassofono e di intraprendere lo studio della musica jazz. Un salto nel buio quasi... che però si è rivelato azzeccato visto che ad oggi è considerata uno dei migliori nuovi talenti del jazz italiano.

giovedì 12 gennaio 2012

AMANITA: IL GRUPPO COME CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE

«È come in un gruppo rock, non c'è l'idea “nome-solista trio” ma siamo come una piccolissima comunità: ci si consulta e si decide. Ognuno ha massima libertà di scelta e di proposta. C'è molta fiducia e capacità di ironizzare sui nostri difetti [...] L'amanita muscaria è un fungo allucinogeno, quindi il riferimento è alla possibilità dell'evasione. La musica è un gioco e come tale deve portarti in un mondo diverso. L'amanita è anche il fungo dei Puffi: velenoso ma simpatico, come la nostra musica a volte dolce a volte spigolosa»

All photos are by Fausto Scirchio (Scirchiof)
Dopo aver conosciuto il trio cosentino Amanita, alcune idee, si sono impresse nella mia mente, parole che sgorgano spontaneamente tra i pensieri e che provengono dalla prima impressione che ognuno di noi ha di qualcun altro o qualcos'altro. A me viene in mente costanza, impegno ma anche ironia, solarità, non prendersi troppo sul serio: qualità, queste ultime, che ai jazzisti a volte mancano.