Filippo Cosentino, classe
1983, piemontese d'origine, emiliano d'adozione: giovane chitarrista, compositore ed arrangiatore che colpisce,
oltre che per la sua musica (è da qualche mese uscito il suo primo disco "Lanes"), anche per il suo modo di ragionare, di vedere
la vita – come un gioco, molto serio, in cui si seguono delle linee
guida, ma in cui non si sa mai esattamente cosa accadrà nel prossimo
futuro, pronti quindi a vivere intensamente tutto ciò che la vita
offre - e i rapporti con gli altri: "Ricordarsi sempre degli
altri senza mai tradirne la fiducia e la stima, essere quindi persone
oneste e sincere; piuttosto di fare un grande passo in carriera a
danno di un altro, non lo faccio". Belle le sue parole a
proposito della fruizione musicale oggi: "Bisognerebbe tornare a
sentire la musica per quello che ci dà, al cuore dico e non alla
testa. Applaudite ciò che veramente vi piace. Torniamo a pensare con
la nostra testa".
Artista poliedrico,
curioso, sempre pronto ad immagazzinare e rielaborare in musica ogni
sensazione o stimolo che incontra: la musica che ha sperimentato, dal
jazz con i suoi mostri sacri (Miles Davis, Gil
Evans, Thelonius Monk...) al blues, al rock; la letteratura
mediorientale di cui ama il messaggio unanime di pace e rispetto
reciproco; i ricordi di avvenimenti che ti cambiano la vita, gli
incontri umani e professionali, la maestosità della natura, i
concetti espressi nei libri di filosofia, storia, politica,
letteratura, musicologia...
Filippo sviluppa un amore
particolare per la chitarra fin da piccino quando ascoltava suo padre
che insieme agli amici si accompagnava cantando sulle canzoni di
Beatles, Battisti e altri. Da lì è iniziato tutto: attratto
irresistibilmente da questo strumento, a sette anni riceve la sua
prima chitarra e iniziano per lui le prime lezioni che, nonostante la
giovanissima età, vive come un puro piacere. Si sono susseguiti poi
studi privati da diversi insegnanti, e negli anni successivi
seminari, workshop e conservatorio.
Inizia
nel frattempo a frequentare gli ambienti musicali, in seguito ad un
trasloco a Bologna (dove ha iniziato la
carriera di studi e concerti) e per propria attitudine, non si ferma
mai ad un solo genere ma spazia, ad ampio raggio: "Anche da
questo nasce Lanes - spiega - ho avuto la fortuna, in ogni
ambiente, di suonare con grandissimi artisti".
La formazione musicale
dei primi tempi non può certo prescindere dagli ascolti, e anche in
questo Filippo mostra tutto il suo eclettismo: "Ascoltavo di
tutto, come oggi! Credo nella bellezza di tutta la musica e ognuna mi
ha sempre lasciato qualcosa nella mente. Il primo disco, anche se
prima ci sono state musicassette registrate di Paco de Lucia, John
Williams, etc, è stato di Louis Armstrong con le sue incisioni delle
colonne sonore Disney... fantastico!....il secondo è stato il disco
solista di Freddy Mercury e il terzo un live di Joe Satriani".
Inizia prestissimo anche
ad avvicinarsi alla composizione, già da bambino amava modificare
melodie, arrangiarle e comporne di nuove con la curiosità, tutta
infantile ma che lo accompagna tutt'ora, di sperimentare e vedere
dove va a finire una melodia che magari ti viene in mente camminando
o andando in bici: "Maneggiare il materiale musicale ha un
fascino, secondo me, incomparabile".
Maneggiare.... che
significa plasmare, trattare, adoperare. È ciò che Filippo
Cosentino fa con i grandi maestri ai quali si ispira: Wes Montgomery,
Louis Armstrong, John Scofield, Bill Evans, Miles Davis e molti
altri. Nel suo primo disco da solista ci sono, infatti, ben quattro
interessanti e intelligenti arrangiamenti di evengreen jazzistici.
Questo album, Lanes, è un punto di partenza, certo, essendo
il primo disco da leader, ma nel caso di Cosentino è anche un punto
di arrivo in cui sintetizzare tutte le sue esperienze musicali che,
da quei lontani primi approcci, si sono susseguite numerose e foriere
di grandi soddisfazioni: dal lavoro come arrangiatore e turnista in
moltissime formazioni, a quello come insegnante, la partecipaione a
tour internazionali, la composizione di musica per cortometraggi, la
pertecipazione a concorsi e festival. Ad oggi Filippo è uno dei
chitarristi, compositori e arrangiatori più ricercati del panorama
musicale. Ne fanno fede il già importante numero di
partecipazioni che ha collezionato sia in tournèe sia in ambito
discografico: nel pop con Alan Bonner, Emile Rivera, Luca Mercurio,
RaiCinema, il regista emergente Emanuele Caruso, Paolo Toso; nel
blues con James Thompson, Marco Pandolfi, Nick Becattini, Giorgio
Cavalli; nel jazz: Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Tom Kirkpatrick,
Barend Middelhoff, Teo Ciavarella, The Michele Borlini Jazz Band, per
citarne alcuni.
Ha anche collaborazioni
nel mondo del teatro (con Andrea Giordana) e in quello del cinema:
nel 2010 ha composto la colonna sonora del cortometraggio Elogio alla
solitudine (RaiCinema) del regista Emanuele Caruso. Il corto è stato
selezionato per il 63° Festival del Cinema di Cannes, al Trento Film
Festival.
Apprezzatissimo per la
sue versatilità, è stato spesso invitato ad importanti festival
italiani ed internazionali: Alba Music Festival, Suoni dalle Colline
di Langhe e Roero, Moncalieri Jazz, Acoustic Guitar International
Meeting, finalista alla 13° edizione del Premio Internazionale
Massimo Urbani. È vincitore nel 2003 del concorso nazionale “Buona
musica a tutti!” della rivista Chitarre ed è Direttore Artistico
del Premio Targa Milleunanota e del festival Cantautori d’Italia.
Attualmente vive e lavora
in provincia di Bologna, nel cuore dell'Emilia. Per la sua terra si è
anche attivato in aiuto alle zone terremotate, organizzando serate di
raccolta fondi attraverso la sua associazione e scuola di musica
Milleunanota.
Tutto questo è Filippo
Cosentino; da tutto questo, dal suo modo di essere, nasce "Lanes"....
LANES
Gradevolissimo album
questo "Lanes". Il titolo, che in inglese significa corsie,
si riferisce ai molteplici stili musicali nei quali Cosentino si
sperimenta: dal jazz (si è esibito, fra gli altri, al fianco di
Javier Girotto, Barend Middelhoff, Tom Kirkpatrick, Don Stapleson),
al rock, al pop, al blues, sono il riflesso di una carriera che non è
limitata ad un genere, ma spazia e viene valorizzata dalle
contaminazioni.
Con i suoi rimandi e le
numerose fonti di ispirazione, "Lanes" fa pensare ad un
gabbiamo che vola a pelo d'acqua sfiorando delicatamente il mare
sottostante, un mondo ricco per lui, in cui, al momento, giusto si
immerge in picchiata pescando la preda più ghiotta. Solo
l'essenziale.
È cio che sembra fare
Filippo Cosentino: esplorare nello sconfinato mondo dei generi
musicali e trarne solo ciò che lo rappresenta di più.
Con mestiere, competenza
e personalità, da un lato propone quattro sue riletture di standards
(mostri sacri del jazz : “Hassan’s dream” di Benny Golson, “Las
Vegas Tango” di Gil Evans, “ Blue Monk” di Thelonius Monk, e il
conclusivo “Solar” di Miles Davis) e dall'altro si cimenta in
cinque sue composizioni di cui tre, solistiche. Brani fantasiosi,
misurati ma naturali, leggeri, orecchiabili che si lasciano
apprezzare fin da subito.
Spiccano la metropolitana
"Smokin' Jazz" e la raffinata title track, entrambe
impreziosite dall'ottima interpretazione di Fabrizio Bosso. Notevoli
altresì le tre composizioni solistiche: ballads asciutte, melodiche,
dirette per le quali Cosentino è stato paragonato al Pat Metheny più
ispirato. Ma ascoltando questo disco vengono in mente anche Sting, i
Radiohead, gli Spandau Ballet... a dimostrazione che il suo autore ha
saputo evocare veramente tanti mondi, con tutte le sensazioni ed essi
legate.
E tanti sono i livelli di
osservazione e interpretazione a cui questo disco si presta: quello
dei i diversi ruoli assunti da Consentino, esecutore e raffinato
interprete negli standards e creativo compositore nei suoi pezzi;
quello strumentale: Cosentino si eprime con eguale competenza in
acustico e con la chitarra elettrica, quella delle collaborazioni di
assoluto rilievo, dal citato Bosso, trombettista italiano celebre in
tutto il mondo, a Davide Beatino, bassista di Samuele Bersani; quello
dei numerosi stili riconocibili nell'album. Ne nasce un lavoro
comunque omogeneo e ben strutturato, segno che Cosentino ha saputo
trovare la sua lanes ed esprimere in maniera compiuta la "sua
musica".
FILIPPO SI RACCONTA.
STRALCIO DELL'INTERVISTA A FILIPPO COSENTINO
Come
ti definiresti in tre parole? O se preferisci, come ti definisce di
solito chi ti conosce bene?
Ahi! Domanda difficile.
Di certo so che spesso mi chiudo in me stesso come se fosse un modo
per riflettere su ciò che mi circonda... le tre parole però mi
mancano...
Al
di là della musica, cosa ti piace in letteratura, cinema, poesia
ecc?
In tutte queste materie
mi muovo o per geografia, per argomento oppure scelgo un autore e
provo a leggere/vedere tutto ciò che ha prodotto e poi passo ad un
altro. Amo molto la scrittura del medioriente e gli scrittori del
mondo arabo e israeliano: quella è una zona del mondo che mi ha
sempre interessato e dato spunti di riflessione, così è stato molto
naturale iniziare a leggere libri provenienti da quella parte del
Mondo. Il messaggio, unanime, che ne viene fuori, è di pace e
rispetto reciproco... credo che dovremmo riflettere molto anche
noi...
Ogni tanto poi interrompo
queste letture per passare ad autori o europei, ultimamente con
Saramago o Kapuściński, o giapponesi, americani e saggi di antichi
frequentatori del Mondo come Erodoto e Plutarco. Leggere mi piace
molto e mi rilassa, oltre ad aiutarmi a riflettere.
Di
cosa non riusciresti mai a fare a meno?
Dei miei famigliari, di
mia moglie e della musica e di un ricordo da cui poi tutto è
cambiato nel mio modo di vivere e concepire o accettare le cose che
accadono.
Come definiresti la
tua musica? Da cosa trai maggiore ispirazione? Da quali generi
musicali ti lasci influenzare? O da quali altri stimoli e culture?
Gli stimoli e le culture
sono molto importanti nel mio modo di suonare, scrivere/comporre e
arrangiare. Per “Lanes” ho cercato di tirare un pò le somme di
un percorso fatto: mi ha sempre affascinato l'idea che i percorsi e
le strade individuali si intreccino con il passare degli anni. Le
culture, beh, sono una delle cose più ricche di stimoli che
conosca: cerco comunque di avvicinarmi alle culture orientali e in
particolare alla filosofia Zen.
Come sei arrivato a
sviluppare le tue idee e la tua musica?
È stato un percorso del
tutto naturale cercando di mescolare un po' le carte tra jazz, rock e
blues. Il principio alla base di tutto è comunque la melodia: tutto
quel che scrivo ha una melodia ben chiara e riconoscibile...per me la
musica è questo.
Parliamo del disco,
LANES, corsie che appaiono anche sulla copertina dell'album: quali
sono le corsie che hai percorso e incrociato nel tuo lavoro?
Molte! Dal jazz al blues,
dal pop al rock, funky e classica; dal teatro alle colonne sonore per
cinema e documentari... tanti percorsi e tante persone ognuna delle
quali ci insegna un proprio modo di concepire il lavoro, la vita e lo
stare al mondo. Ma questa è una regola che vale in tutti i lavori e
culture!
Come ti poni fra
tradizione e sperimentazione? Fra composizione e improvvisazione? Fra
sonorità melodiche e pezzi più free?
Credo che rispettando la
melodia – poiché ognuna di essa ha già le informazioni relative
all'esecuzione quali tempo, agogica, ritmo, senza distinguere se la
melodia è tua o di altri – possiamo sperimentare e innovare
dall'armonia al “mood”.
Come descriveresti
il tuo disco, le intenzioni o il progetto che vi soggiacciono?
L'idea di fondo è di
mettere un punto fermo tra mille esperienze provando a vedere quel
che mi han lasciato in eredità: il risultato è una mia versione dei
fatti, del mio modo di intendere la musica (non per forza o solo il
jazz, anche se...) o più in generale di intendere la vita.
Parlaci del tuo
trio...
Nel disco ho avuto il
grandissimo piacere di lavorare con musicisti fantastici: ognuno di
loro ha dato qualcosa al progetto oltre che a me come persona, il
tutto arricchito da due grandissimi della musica come Fabrizio Bosso
e Davide Beatino.
Hai già nuovi
progetti in preparazione?
Ovviamente! Tra tanti
progetti, sto anche iniziando a scrivere il prossimo disco!
Per i live e il tour del
disco attuale invece ci si può tenere informati tramite il mio sito
( www.filippocosentino.com ).
ALCUNI VIDEO
SEGUI FILIPPO COSENTINO SU:
Bellissima recensione ed intervista!
RispondiEliminaGrazie ancora :)
ciao!
Filippo
ps sì, nella foto c'è un lemure che cerca di mangiare un'anguria...
Simpaticissima questa foto!!!! :-)
RispondiEliminaCiao Filippo e grazie a te, continua a seguirci su fb e aggiornarci sulle tue novità.
A presto!
NDC
Bellissimo! Nient'altro da dire. Ho rilanciato la pagina dal mio blog.
RispondiEliminaGrazie Adriana! :-)
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